Spazi infiniti fluenti e dipanati nell’atmosfera, paesaggi con maestose vegetazioni sospese tra cielo e terra .E poi morbide trasparenze rapprese nelle sovrapposizioni delle tonalità calde dei tramonti e fredde dell’acqua, sovrapposizioni in ombra, riflessi decisi di un’ immagine che racconta i profili di una visione inattesa, le fattezze di un pensiero, le reazioni di una sensibilità indagatrice. I paesaggi di Maria Turra nascono nell’immediatezza di una visione improvvisa, che trasforma, con colori rarefatti e finissimi accordi formali, il fluire morbido del gesto in un’intensa espressione pittorica. La pittrice scopre la magia e trasforma le prospettive estranianti e silenti dell’ambiente che rimangono rapprese nel suo ricordo; poi nella fusione totale con la natura e quindi con se stessa, trasfigura l’aria, i profili di un bosco, le trasparenze di un ruscello in una dimensione armoniosa che riempie gli occhi avvolgendoti in un’atmosfera panica totalizzante. Nell’incontro artista-natura qualcosa si muove: la luce scorre lieve sulle superfici, le sfumature iridate segnano il fluire del giorno che passa. E’ una visione che trasfigura il sublime così il paesaggio si fa specchio dell’inclinazione umana. Si genera quindi una morbida dialettica fra il sentimento personale dell’autrice e ciò che il suo sguardo percepisce. La pittura si fa tramite per un viaggio nell’incanto della trasfigurazione, un veicolo per arrivare a qualcosa che risveglia i moti spirituali dell’animo. Il traguardo è affascinante e, nel contempo,misterioso. Maria Turra e l’ambiente, i valori del sentimento, la memoria delle esperienze vissute ci offrono il significato di un messaggio che, privo di banalismi, imprime nello spettatore un segno profondo dalla romantica declinazione.
Gabriella Niero
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