La natura morta diventa l’esercizio ravvicinato di una sensibilità naturale: il modo per cogliere , e insieme trasfigurare, il motivo. Si sente, in questa dotata pittrice l’eco della lezione di Fiore Brustolin Zaccarian, sua parente e maestra. La pittura si fa succosa ricca di effetti, sempre viva e turgida, condotta con abilità e tecnica ma anche con rara sensibilità.

Paolo Rizzi, critico d’arte de il Gazzettino