Affascinata da una realtà preziosa ed irripetibile, come può essere quella della natura morta, Maria Turra seguendo strettamente le regole della prospettiva lineare e rendendo con un’accorta disposizione di luci ed ombre il senso della proporzione, offre un’ insolita suggestione degli oggetti. Canestri di frutta e agrumi, o fiori multicolori raccolti in un vaso diventano il tramite per una pacata effusione del sentimento sempre regolato da un equilibrio intellettuale che scandisce armonicamente i ritmi della composizione soprattutto dove si incontrano le rigorose campiture di colore con i variabili virtuosismi del disegno. Tutto nasce da un’impressione emozionale della realtà, dalla forma che è sempre nitida e compiuta per tradurre le bellezze più riposte, ai particolari consueti messi in evidenza come il fogliame, alla luce immobile che scandisce i soggetti rivelando con discrezione i riflessi di una percezione sentimentale e talvolta nostalgica. Dalla poetica di questa sensibile artista bellunese si dipana una concezione armoniosa del mondo; i presupposti espressivi nascono dalla passione profonda per il disegno, dal fascino simbolico del colore, dal desiderio di comunicare l’essenza del dato figurativo creando delle vive emozioni nell’osservatore. La pittura attraverso il tema della natura morta diventa per Maria Turra dimensione dello spirito, trasfigurazione di momenti reali sospesi e senza tempo. Da questa ricerca emerge una purezza stilistica che parla dell’entusiasmo scaturito nel trasformare le parvenze anonime della quotidianità in un messaggio positivo di bellezza. Il vero e assoluto protagonista è il colore testimone di un energia vitale che non si interrompe al di fuori della superficie pittorica ma si fa intensa espressione di un contatto fisico. Prendiamo i colori scelti, le gamme sorprendenti dei verdi, dei blu, dei gialli e degli arancioni i toni fissano tutto quello che l’autrice ritrova stabilmente come inedite e misteriose “presenze”, filtrate attraverso l’evocazione lirica della realtà vista e trasfigurata. Tutto si fa vivido, emozionalmente vicino, fisicamente tangibile, supportato dall’incisività del segno che calibra le misure dell’immagine.
In Maria Turra scopriamo la forza e lo stupore provato innanzi alla vitalità dell’esistenza, la rivelazione gioiosa del colore che si posa su tutto ciò che è prezioso, anche una presenza quotidiana come il canestro di frutta o il fiore in un vaso. E’ la magia dell’arte che si fa diretta testimonianza dell’anima.
Gabriella Niero
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